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Il Genio Collettivo

Il Genio Collettivo

Autori: Linda Hill, Greg Bandeau, Emily Truelove, Kent Lineback

Editore: Franco Angeli 2015, pp. 259, € 26.00

Genere: saggio di management

Chiave di lettura: Leadership e innovazione

Frase chiave: “Anziché provare a costruire una visione e produrre loro stessi l’innovazione, i leader dell’innovazione creano un luogo – un contesto, un ambiente – in cui le persone sono disposte a svolgere il duro lavoro necessario per risolvere i problemi in modo innovativo, e sono capaci di farlo”


Se l’innovazione è l’unica via per continuare a competere occorre chiedersi: che ruolo giocano i leader nel dar vita ad organizzazioni innovative? Come pensano? Come lavorano? Come guidano le persone affinché generino nuove idee? Come riescono a coniugano leadership (guida) e innovazione (libertà)? A trasferire il pensiero innovativo al Dna dell’impresa?

Un contributo interessante sul tema potete trovarlo in Genio Collettivo, un libro scritto a più mani da Gregg Bandeau, ingegnere formato al MIT, poi in Pixar, insieme ad un gruppo di colleghi, consulenti e ricercatori, che hanno unito le forze nel cercare di capire come si coniugano leadership e innovazione nell’era del cambiamento permanente. Le risposte le hanno trovate girando il mondo come antropologi insaziabili: dalla Silicon Valley all’Europa, dagli Emirati Arabi all’India. È in questi luoghi che hanno scovato, visto all’opera e intervistato “leader dell’innovazione” in vari settori: produzioni cinematografiche (Pixar), e-commerce (e-bay), high tech (HCL Technologies), automotive (Volkswagen), internet (Google). “Ciò che abbiamo scoperto – spiegano gli autori – è che l’innovazione non è frutto dei un genio solitario (anche se in alcuni casi può esserlo), è piuttosto un gioco di squadra. I gruppi innovativi sanno infatti combinare le singole frazioni di genialità e ad integrarsi, sino a far emergere il genio collettivo. Per riuscirci occorre un modo diverso di esercitare la leadership: non basta vendere una visione e stimolare le persone a seguirla. Occorre tirare fuori da ogni individuo le sue parti geniali e assemblarle in un’innovazione che consenta di esprimere il genio collettivo. Il punto non è come fare a creare innovazione, semmai “come preparare il terreno (mentale e ambientale) affinché si l’innovazione possa diffondersi”?

Il primo passo  – il più difficile – è nel saper conciliare gli opposti. Ad esempio, far emergere il singolo e il gruppo. Garantire supporto e incoraggiare il conflitto. Mostrare pazienza e trasmettere senso di urgenza. Stimolare iniziativa dal basso e intervenire dall’alto. Integrare idee che all’inizio sembrano inconciliabili è faticoso. Per riuscirci, gli autori sostengono che occorra far leva su due principi: il primo, trasformare il gruppo in una comunità di intenti con scopo comune, valori condivisi e regole di ingaggio che favoriscano la collaborazione, l’apprendimento, la capacità di giungere a “decisioni integrate”. Il secondo, sviluppare tre abilità cruciali: 1) Attrito creativo, saper generare idee attraverso il dialogo e la discussione, evitando il conformismo che smorza la creatività, incoraggiare la diversità di idee iniettando persino nel gruppo una certa dose di conflittualità produttiva. Alcune idee del gruppo funzioneranno, altre no. Ma anche quelle che non funzionano sono utili, e non un fallimento. Il fallimento – sottolineano gli autori – si ha solo quando non si apprende nulla dall’esperienza. 2) Agilità creativa, la capacità di provare e sperimentare attraverso iniziative, riflessioni o aggiustamenti rapidi. 3) Risoluzione creativa, saper prendere decisioni che combinano idee diverse, anche quelle opposte. Queste tre strategie sono emerse osservando e studiando sul campo i leader che gli autori hanno assunto a modello.

Il libro integra teoria e pratica offrendo al lettore case history illuminanti. Come la storia di Ed Catmull, cofondatore, Ceo della Pixmar Animation Studios: “Le idee che circolano in un processo di produzione – sostiene – non derivano solo dal regista, ma da tutti i 200 elementi del gruppo”, ecco perché nei titoli di coda dei nostri film è citato il nome di chiunque abbia contribuito, direttamente o indirettamente, alla realizzazione. Partendo da questo assunto, Catmull è riuscito a creare un’organizzazione rispettosa del lavoro di tutti, dove l’errore è tollerato e la diversità di idee rispettata. Illuminante è anche il racconto del modo in cui Luca De Meo, Chief Marketing Volkswagen ha perseguito l’ambizioso obiettivo del direttore generale, Martin Winterkorn: far diventare la Volkswagen la prima casa automobilistica del mondo entro dieci anni. Le strategie messe e in atto sono: comunicazione continuativa e diffusa con lo staff e i colleghi di altre funzioni in ogni sede nel mondo. Ridefinizione del Marketing in un’ottica globale per contrastare la frammentazione delle strategie locali, adottate fino a prima del suo arrivo. “Se si vuole creare un marchio globale forte – sostiene De Meo – gli uomini marketing dovevano anzitutto sentirsi cittadini di una comunità coesa e collaborativa”. Il suo sforzo è stato nel rafforzare l’appartenenza facendo appello alle radici e ai valori della cultura aziendale, senza la quale sarebbe mancata la disponibilità ad innovare e ad innovarsi. Creazione di laboratori di co-progettazione (Marketing Worx) in cui persone che non avevano mai interagito fra di loro si sono trovate per due giorni a lavorare insieme su problemi di marketing. Scopo: inserire i collaboratori in contesti nuovi dove siano costretti ad assumere un atteggiamento diverso e nuovi modelli d’interazione.

Sono tanti i casi raccontanti in Genio collettivo e le lezioni che se ne traggono sono ricche di suggerimenti  per chiunque sia alla guida di un’azienda Innovation oriented. Ciò che gli autori ci regalano con questo libro è un patrimonio di  conoscenze e suggerimenti operativi per leader illuminati che vale la lettura.

 

 

 

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