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IL PENSIERO POSITIVO (GIUNTI) – FATTORE 1% (GIUNTI)

IL PENSIERO POSITIVO (GIUNTI) – FATTORE 1% (GIUNTI)

Questo mese parliamo di pensiero positivo e cambio di abitudini, ovvero di come la mente, opportunamente guidata, può modificare il corso della nostra vita in direzione del self-empowerment e dei risultati che vogliamo ottenere. Due libri, quello di Neil Francis e di Luca Mazzucchelli che non sfoderano giochi di prestigio per sprigionare il meglio di sé. Forniscono invece un’occasione di riflessione, esercizi e l’esperienza di chi ha provato su di sé quanto racconta e può dire, con cognizione di causa, che funziona davvero.

IL PENSIERO POSITIVO (Giunti)

Autore:  Neil Francis

Editore: Giunti 2022, € 18.00

Genere: saggio su un nuovo approccio al pensiero positivo

Chiave di lettura:  Ripensare il pensiero positivo alla luce di nuovi paradigmi scientifici

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Sospetto sempre dei libri di self-help, pensiero positivo e felicità fai-da-te. Una letteratura che in America va alla grande perché la fiducia nei miracoli è senza riserve. È con questo spirito che mi sono accostato al libro di Neil Francis. Ma dopo averne sfogliato qualche pagina ho capito che qui non c’è la solita solfa sul potere illimitato di un pensiero che inganna sé stesso negando  (o ignorano) le molteplici facce della realtà. Niente di tutto questo nel libro di Francis, a partire già dalla sua ridefinizione di pensiero positivo che ne ribalta il vecchio paradigma: “Utilizzare il pensiero positivo significa creare delle possibilità e poi sfruttare al meglio la nostra capacità di comprendere quali esse siano davvero realistiche e fattibili”; detto altrimenti imparare ad essere proattivi verso le possibilità che ci arricchiscono e reattivi su quelle che ci danneggiano. E ancora, valutare rischi e benefici di tutte le possibilità per prendere decisioni ponderate. Riletto in questa chiave, “Il pensiero positivo è un mezzo per prendere le giuste decisioni e condurre un’esistenza più equilibrata, significativa, soddisfacente”.

Il primo passo, che fa la differenza con la letteratura passata, aprendo la strada a nuove  possibilità, è il concetto di “accettazione del dolore”. Qualcosa che Francis ha sperimentato sulla sua pelle e ne ha conosciuto i benefici. Colpito da un ictus invalidante, Francis ha dovuto attraversare il dolore sino in fondo, lasciandosi alle spalle la sua storia di Amministratore delegato di un’azienda di successo, e ricostruirne una nuova che sarebbe stata impossibile senza un’accettazione proattiva del dolore. Da qui le chiavi che ha scoperto per accedere a un pensiero positivo riveduto e corretto grazie anche alle nuove ricerche sull’anti-fragilità (o resilienza) di cui Francis è un esempio vivente. Le chiavi del suo approccio al pensiero positivo gli sono servite a trovare un significato a ciò che gli è successo, a sviluppare un mindset dinamico, a praticare un ottimismo sostenuto da un solido senso di realtà, a scoprire i propri punti di forza, a conoscere i benefici della gratitudine e a praticarla per cogliere le opportunità che la vita offre e che non sempre cogliamo quando rabbia, delusione, paura e senso d’impotenza prendono il sopravvento. È un approccio diverso che attinge a pensatori solidi quali Martin Seligman, Susan Davis, Carol Dweck, Barry Schwartz, Barbara Fredrickson e moltissimi altri.

Pensiero positivo è un piccolo libro ricco di idee per guardare alla vita da una prospettiva che, anche quando le cose non vanno come vorremmo, offre comunque piccoli spiragli di possibilità per intraprendere nuove strade. Per riuscire a vederle, laddove altri percepiscono solo  problemi. Non è un libro ingenuo, ne’ semplicistico, come tanta letteratura del passato, è solido, energizzante, vitale, tutti  stimoli di cui oggi abbiamo un gran bisogno.

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FATTORE 1% (Giunti)

Autore:  Luca Mazzucchelli

Editore: Giunti 2022, € 20.00

Genere: saggio sul cambio di abitudini per realizzare i propri obiettivi

Chiave di lettura:  Le abitudini sono la forza invisibile che lentamente, e senza tregua, determina la tua persona, i tuoi risultati, dando forma alla tua identità e all’immagine che gli altri hanno di te. Ecco perché sono così importanti. La buona notizia è che possono essere modificati.

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Negli anni ’90 molte imprese hanno avviato corposi processi di cambiamento. Ma spesso con scarsi risultati. La ragione oggi è evidente: nessun cambiamento è sostenibile alla lunga se non s’interviene a monte, sul mindset delle persone. Dopotutto la mente è tendenzialmente conservatrice, protegge a oltranza le nostre abitudini, anche quando ne intuisce la fragilità. Poi c’è un altro problema: si attivano in automatico. Difficile arrestarle. Ma oggi stare al passo del cambiamento è imperativo. E chi non si adegua (persone e organizzazioni) è a rischio estinzione.

Il tema del change habits è al centro dell’attuale dibattito manageriale e ha rovesciato un vecchio paradigma, quello della motivazione che, per anni, ha assillato e spesso frustrato i leader. “Un cambiamento sostenibile – avverte Mazzucchelli (psicologo seguitissimo sui social) – non passa tanto attraverso la ricerca della motivazione – elemento utile, ma sopravvalutato – quanto verso le abitudini che ci portano, passo passo, alla realizzazione di ciò che desideriamo. Il problema allora non è come innestare nuove abitudini, semmai come ridurre il potere quelle vecchie e disfunzionali. Il primo passo  per riuscirci è “tarare il mindset sul fattore 1%”, ovvero procedere a piccoli passi, innestando giorno per giorno cambiamenti incrementali che ne svilupperanno di più grandi. “I piccoli passi aggirano le resistenze e introducono una sorta di virus che fa collassare le vecchie abitudini”, e spesso senza che ce ne accorgiamo. È quell’1%  di piccoli cambiamenti costanti a generare l’effetto leva, e a fare la differenza. Il primo passo è sfatare una credenza diffusa: pensare sempre il cambiamento come una trasformazione radicale. Occorre invece vederlo per quello che è, un processo in continuo divenire. Facile a dirsi, assai meno a farsi. Per questo occorre un metodo.

La forza del libro è nell’offrire un metodo per ridimensionare la paura di cambiare abitudini e generarne di nuove più produttive in contesti mutevoli. Ciò che lo rende un testo affascinante, al di là della scrittura brillante, la ricchezza di esempi e la novità d’impostazione, è che l’autore ha provato su di sé il metodo qui esposto. E i risultati si vedono: da giovane psicologo fra i tanti, oggi è una star con numerosissimi followers sui social e una crescente attenzione anche da parte delle aziende. Non è stata la fortuna a portarlo fin qui (o almeno non solo) – avverte l’autore –  ma un lavoro sulle proprie abitudini che ha comportato sforzo, volontà, e determinazione. Questo metodo collaudato su di sé consente di allenare queste risorse-chiave e tenere a freno le resistenze. La nuova edizione ampliata contiene anche alcuni preziosi protocolli da seguire per iniziare il viaggio di change habits. Un “viaggio” utile e necessario non solo a chi oggi è impegnato nella leadership  o nella crescita personale, ma anche a chiunque in azienda abbia a che fare con clienti sempre più esigenti, strategie di marketing sempre più originali e richieste di re-skilling per stare al passo del cambiamento. A fronte di tutto ciò, la domanda diventa allora: come trasformare il cambiamento in una nuova, irresistibile abitudine?

# Pensieropositivo; #Abitudini; #Reskilling; #Leadership; #Antifragile